LA TRAMVIA ELETTRICA STRADELLA-SANTA MARIA
Il filmato qui inserito e che riproduce l'arrivo della tramvia alla stazione di Roncole è stato gentilmente fornito dalla Signora Ileana Guarnoni.
La tramvia elettrica Stradella – Santa Maria della Versa fu inaugurata il 18 ottobre 1929 e rimase in attività sino al 1956. Su una lunghezza di 13 chilometri, comprendeva le stazioni di Beria, Vigalone, Roncole, Molinazzo Loglio, Loglio e Begoglio. Effettuava anche fermate a San Giacomo, alla Chiesa di Pozzolo e a Ponte Casale. In Stradella le fermate erano tre: alla stazione ferroviaria, allo scalo merci e al mercato. E’ ben evidente ancor oggi la struttura dell’antica stazione, ora trasformata in un bar, in Piazza Trieste, a Stradella, all’imbocco della strada per Santa Maria. L’idea di realizzare una tramvia elettrica che favorisse spostamenti di uomini e scambi di merci in Valle Versa risale al 1914, con l’approvazione di un progetto di “tramvia interrurbana a trazione elettrica”. L’opera, che trovò poi realizzazione dopo il primo conflitto mondiale con una ferrovia a trazione di 1200 Vcc, poneva in concreto raccordo la Valle Versa alla linea della tramvia a vapore Voghera – Stradella, inaugurata il 1° maggio 1883, ma anche con la ferrovia vera e propria: nel 1858, infatti, era stata attivata la tratta ferroviaria Alessandria – Stradella, che nel 1859 fu prolungata sino a Piacenza. Dal 1882, una nuovo tracciato congiunse Stradella a Pavia. Il “tramvai” che da Voghera giungeva a Stradella attraversando tutti i paesi posti lungo l’attuale Strada Padana Inferiore terminò la propria attività nel 1931, sostituito da un servizio di corriere. Fu questo il destino di molti tracciati tramviari elettrici o a vapore nei primi decenni del ‘900: la tramvia Stradella – Santa Maria della Versa sfidò invece i tempi. Per la sua realizzazione, nel 1925 era nata la SATE, Società Anonima Tramvia Elettrica, e i lavori di costruzione e posa era continuati per quattro anni, impiegando anche manodopera e materiali locali, ad esempio per la costruzione delle massicciate ottenute da pietre delle colline. L’obiettivo primario era quello del trasporto delle merci, più rapido e più sicuro rispetto ai tradizionali carri: vini, prodotti dell’orto e della campagna ma anche le pietre scavate fra le rocce collinari e portate alle stazioni tramite carrelli del tutto simili a quelli di miniera. Si aggiungeva il trasporto di persone, in movimento per i più vari motivi fra le due “capitali” della Valle.
L’attenzione al trasporto ferroviario nelle sue diverse modalità era stato del resto uno dei capisaldi dello stradellino Agostino Depretis (1813 – 1887), uomo di riferimento della Sinistra Storica, più volte Presidente del Consiglio , Ministro degli Interni, ideatore di quella strategia politica che venne definita “Trasformismo”. Nel 1852, Depretis era stato l’attivo ispiratore di un “Comitato provvisorio promotore della strada ferrata da Alessandria al Ducato di Piacenza” che si formalizzò poi in “Società Anonima Costruzioni Esercizi Strade Ferrate Alessandria – Stradella e confine”. Grazie a Depretis e con l’appoggio di Cavour, venne presentato in Parlamento Subalpino nel 1853 uno specifico progetto di Legge che diede l’avvio concreto alla realizzazione della ferrovia Alessandria – Stradella.
Lo spirito che animava Depretis fu comune agli ideatori della tramvia che, in scala ridotta rispetto alle grandi linee di collegamento ferroviario, era tesa a favorire in primo luogo lo sviluppo dell’economia della valle. I costi di manutenzione e di energia richiesti dal suo mantenimento e, soprattutto, la diffusione massiccia del trasporto su ruota portarono al declino della tramvia storica, sempre meno frequentata e, infine, dismessa alla fine degli anni ’50.