In un panorama così articolato e ricco di produzione, verrebbe da chiedersi perché non esista un’organizzazione per cru, similare a quella francese. Sorpresa: il “cru” c’è, anche se qui ha un altro nome, spesso pronunciato forse neppure con la consapevolezza della sua pregnanza. Qui il “cru” si chiama “log”, che è cosa diversa dalla “vegna” o dal “vidur”. Il “log”, nella sua variante di “lughet”, è la vigna migliore, quella specializzata. E’ il “locum” latino, il luogo del vino per eccellenza. Alcuni produttori, consapevoli di questo, chiamano il loro vino in etichetta “Luogo di…”. A seguire il toponimo della collina o dell’antico proprietario o del modo di dire che individua quella determinata vigna o una sua specifica porzione. Quello e non altro.
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